La denuncia di Dell’Utri «Il mio cancro peggiora per colpa dei magistrati»

Di Valentina Stella Il Dubbio 5 aprile 2018
L’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri ha deciso di denunciare presso il Consiglio Superiore della Magistratura sei magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Roma che in varie occasioni hanno deliberato sulla sua posizione carceraria. In particolare Dell’Utri ha chiesto al CSM di valutare il comportamento a suo parere “superficiale e inerte” assunto dai magistrati quando sono stati chiamati a decidere in merito alla incompatibilità tra il suo stato di salute  - l’uomo ha un tumore maligno alla prostata e importanti patologie cardiache  - e la detenzione. Secondo Dell’Utri i continui dinieghi da parte dei vari magistrati in merito a misure alternative alla carcerazione per potersi curare hanno provocato un peggioramento delle sue condizioni. Come si legge nelle 12 pagine dell’esposto, presentato il 3 aprile e redatto dagli avvocati Simona Filippi e Alessandro De Federicis, “il magistrato di sorveglianza avrebbe dovuto attivarsi fin dall’indicazione di una sospetta neoplasia prostatica e consentire al detenuto un rapido accesso alle strutture sanitarie evitando così ritardi nella diagnosi e nelle cure che hanno portato al successivo aggravamento della patologia”. Come ci spiega l’avvocato Filippi “i medici del Campus Biomedico, dove attualmente è ricoverato Dell’Utri piantonato 24 ore su 24, hanno evidenziato che il tumore da basso rischio si è trasformato ad uno ad alto rischio, in procinto di espandersi oltre la prostata e infiltrarsi in altri tessuti. Con urgenza quindi è stato sottoposto a radioterapia a cui, dopo 40 sedute, seguirà una terapia ormonale di due anni che bisognerà valutare se compatibile con le patologie cardiache. A fronte di questo dato scientifico incontestabile, noi abbiamo evidenziato che da luglio 2017 a fine gennaio 2018 la direzione del carcere quasi ogni giorno ha scritto al tribunale  di sorveglianza, allegando le relazioni del medico di Rebibbia per  evidenziare la problematica sanitaria di Dell’Utri e la sua incompatibilità col carcere ma nulla è stato fatto, nessun magistrato ha fatto poi un colloquio con il detenuto. È evidente che i magistrati di sorveglianza non hanno mai preso in considerazione la situazione di Dell’Utri”. E sulle voci circolate secondo cui in diverse occasioni la Presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma avrebbe fatto pressione sulla direzione del carcere affinché si prendessero provvedimenti per evitare la scarcerazione, l’avvocato Filippi ci dice che tale ipotesi è stata oggetto dell’esposto con “l’augurio che si tratti di qualcosa di infondato - come crediamo - perché il contrario sarebbe gravissimo”.  Cosa accade adesso? L’esposto, presentato alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione, verrà ora assegnato ad un procuratore  che si occuperà dell’attività istruttoria, sentendo ad esempio i magistrati e tutte quelle persone che possono dare un contributo alle indagini. Al termine dell’attività di indagine sarà inviato tutto al CSM che farà le sue valutazioni: ci potranno essere delle audizioni in cui i magistrati oggetto dell’esposto potranno difendersi con i loro avvocati. Sarà la sezione disciplinare del CSM quindi a decidere se archiviare o comminare delle sanzioni ai magistrati. Intanto oggi ci sarà una nuova udienza presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma per discutere dinanzi a due magistrati – ovviamente che non sono tra quelli denunciati – e decidere sulla incompatibilità, sulla quale concorda anche il Garante Nazionale dei Detenuti, Mauro Palma,  con la detenzione “disumana” presso il Campus Biomedico.

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