I radicali ripartono da 3mila iscritti e su Emma Bonino...

di Valentina Stella Il Dubbio 29 dicembre 2017

Nello stesso giorno in cui Emma Bonino, dalle colonne del Corriere della Sera, si è autoproclamata zia d’Italia, lamentando il fatto che l’attuale legge elettorale le imponga – nonostante i suoi “cinquant’anni di vita tra i Radicali” - di andare ancora in giro per l’Italia a raccogliere le firme per presentare la sua lista “Più Europa”, il Partito Radicale ha convocato ieri l’assemblea degli iscritti.

Questo l’incipit dell’assemblea: «L’operazione che vorrebbe i radicali presenti alle prossime elezioni, in quanto tali o come tali definiti, è operazione contro il Partito Radicale». A ribadire il concetto è stato Sergio D’Elia nella conferenza stampa che ha preceduto la riunione degli iscritti: «È in corso una operazione di esercizio abusivo del nome “radicale”, contro gli obiettivi congressuali del Partito e le prescrizioni statutarie, contro la storia che è riuscito a scrivere grazie innanzitutto all’opera di una vita di Marco Pannella».

Tuttavia, l’aspetto più importante emerso dall’assise è il raggiungimento dei 3000 iscritti entro il 31 dicembre 2017, pena la sua chiusura, come ribadito nella Mozione Generale approvata dal 40° Congresso di Rebibbia.

«Siamo a 3169 iscritti - precisa Antonella Casu, e molte altre iscrizioni stanno arrivando. Molte persone, pur avendo seguito negli anni le iniziative che abbiamo portato avanti, quest’anno hanno deciso di iscriversi per far vivere il Partito Radicale.

Dobbiamo ora impegnarci per superare nel prossimo anno ancora una volta l’obiettivo dei 3000 iscritti».

Con l’Assemblea di ieri, infatti, la Presidenza del Partito Radicale ha aperto la campagna di raccolta iscrizioni per il 2018 e ha dato inizio al lavoro organizzativo del 41° Congresso ordinario del Partito Radicale, che si celebrerà una volta conseguito l’obiettivo delle iscrizioni. Un dato accolto con soddisfazione è il fatto che il 60 per cento degli iscritti sono persone nuove: «Un Partito nuovo – commenta Laura Arconti - è una buona cosa perché nel partito - ormai è questione di dominio pubblico – ci sono risentimenti e ricordi sgradevoli, rancori antichi, cose che non vanno bene, a differenza del nuovo che ci mette entusiasmo e voglia di fare». Gli obiettivi politici sono affidati alle parole di Maurizio Turco: «Tra i radicali il raggiungimento dei 3000 iscritti era considerato un obiettivo finalizzato alla chiusura del Partito e non alla costruzione del partito nuovo. Spero che in questo nuovo anno getteremo le basi affinché il prossimo congresso possa avere una nuova classe dirigente per realizzare gli obiettivi che ci siamo dati, come la transizione verso lo Stato di Diritto, gli Stati Uniti d’Europa, la giustizia giusta che rappresentano necessità di oggi e non del futuro».

Non è mancato un commento di Rita Bernardini sull’emanazione dei decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario: «È stato fatto il passo politico più importante, ora però occorre vigilare sull’iter delle commissioni; non vorremmo che al termine della legislatura si perdesse una riforma indispensabile, anche per riacquistare quel senso di umanità che ci impone la nostra costituzione perché la pena sia rieducativa. Ecco perché rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica, affinché le nostre carceri cessino di essere luoghi di illegalità» .

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