No del Riesame: ancora carcere per Occhionero


di Valentina Stella Il Dubbio 29 dicembre 2017

Resta in carcere, a quasi un anno dall’arresto, Giulio Occhionero, accusato, assieme alla sorella Francesca, di una presunta operazione di cyberspionaggio. Il Tribunale del Riesame, in sede di Appello, ha respinto l’istanza presentata dal difensore Stefano Parretta. Francesca Occhionero, arrestata il 9 gennaio insieme al fratello, è tornata invece in libertà – con obbligo di dimora e firma nella capitale - lo scorso 25 settembre. «La decisione del Riesame ci amareggia - commenta l’avvocato Parretta - perché, a quasi un anno dall’arresto e con un processo oramai avviato verso la conclusione, la decisione di lasciare Occhionero in carcere appare del tutto incomprensibile. Una forma di accanimento forse legata al fatto che il mio assistito non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti che ha, anzi, denunciato alla Procura di Perugia». L’ 8 gennaio Occhionero sarà infatti sentito dal magistrato perugino che indaga sul pm titolare dell’inchiesta, Eugenio Albamonte, per falso e abuso d’ufficio nell’indagine svolta proprio nei confronti dei fratelli Occhionero, insieme a due agenti della polizia postale. Amarezza e delusione da parte della madre di Giulio, la professoressa Marisa Occhionero: «La decisione del Riesame ci è stata comunicata la vigilia di Natale, una tempistica davvero poco umana. Noi abbiamo preferito comunicarla a Giulio solo il 27. Mio figlio teme di rimanere in carcere perché qualcuno ha deciso di farlo divenire il capro espiatorio di un sistema molto più grande. Nonostante i molti “non ricordo” dei testi dell’accusa e le ipotesi accusatorie smentite già nella prima fase, Giulio ha paura di essere comunque condannato perché dopo tanto accanimento contro di lui sarebbe scandaloso se l’impianto del pm cedesse. La giustizia in Italia oggi somiglia molto a quella della Turchia e dell’Egitto».
Nel frattempo, a carico dei fratelli Occhionero pende un’altra inchiesta per spionaggio politico: i due fratelli sono sospettati di aver carpito più di 3,5 milioni di mail e di aver spiato seimila persone: «Trattasi di mail archiviate nell’arco di tempo di quasi 15 anni - commenta al Dubbio Francesca Occhionero, difesa da Roberto Bottacchiari - su due server di posta che ospitavano non solo le decina di aziende del nostro gruppo Westlands ma anche altre società che usufruivano per il loro dominio di posta dei server Westlands. Per di più, si intendono tutte le mail che sono state ricevute ed inviate dai server di posta, compresi tutti gli spam. Parliamo di 3 milioni di mail in 15 anni sono 200.000 email all’anno, ovvero circa 500 mail al giorno che, considerati almeno un minimo 50 dipendenti per tutte le varie società ospitate sui due server significa una ricezione/ invio di 10 email al giorno per dipendente. Non mi sembra un numero astronomico!» .

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