Radio radicale 48 ore decisive «Non moriremo in silenzio»

di Valentina Stella Il Dubbio 13 giugno 2019

La vita di Radio Radicale si deciderà nelle prossime 48 ore. Tutto dipende da quello che accadrà nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, da cui uscirà il testo del decreto crescita che giungerà lunedì in aula per essere sottoposto alla fiducia richiesta dal Governo.

Ieri pomeriggio i lavori nelle commissioni sono stati sospesi perché, come ha spiegato il presidente della Bilancio Claudio Borghi, la sospensione «servirà per vedere di risolvere la questione».

La strada più percorribile potrebbe essere quella di un emendamento presentato dal relatore del decreto crescita, il leghista Centemero.

Proprio il leader del Carroccio, Matteo Salvini, qualche ora prima aveva dichiarato: «Su Radio Radicale non cambio idea rispetto a quanto ho detto prima delle elezioni: non si cancella l'esistenza di una radio con un emendamento e con un tratto di penna. Il mandato a nome della Lega in Commissione è di lavorare affinché questa voce ci sia».

Intanto ieri pomeriggio Radio Radicale, FNSI e Partito Radicale hanno tenuto alla Camera una conferenza stampa: una delegazione dell’emittente radiofonica e del partito di Pannella hanno consegnato alla cancelleria della Presidenza del Consiglio le oltre 170000 firme raccolta a favore di Radio Radicale su change. org.

Diversi i parlamentari presenti alla conferenza stampa: Laura Boldrini, Renato Brunetta, Graziano del Rio, Luca Paolini, Stefano Fassina, Fabio Rampelli, Federico Mollicone, e Roberto Giachetti, in sciopero della fame da 27 giorni che ha precisato: «se si tagliano i fondi a Radio Radicale si stabilisce a priori che non la si vuol fare partecipare alla gara del servizio».

Tutti gli esponenti politici, insieme a Giuseppe Giulietti, presidente della FNSI, si sono trovati d’accordo nel dire che quella per Radio Radicale è una battaglia costituzionale per la libertà di informazione, sui cui deve essere il Parlamento ad esprimersi.

Ha chiuso l’incontro Giovanna Reanda, del cdr di Radio Radicale: «Qualsiasi cosa accadrà in questi giorni, noi non la finiamo qui, noi non abbiamo intenzione di morire in silenzio».

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