«Animali da tutelare senza riserve» La rivoluzione nel ddl dei Cinque stelle

di Valentina Stella IL Dubbio 11 maggio 2019

Far diventare oggetto di tutela l’animale stesso e non più la persona che gli è legata emotivamente o sentimentalmente, aumentando le pene già previste per i delitti contro gli animali e prevedendo nuove fattispecie di reato, come quello di seminare bocconi avvelenati: questo l’obiettivo principale del disegno di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice civile, nonché altre disposizioni in materia di tutela degli animali” presentato a Palazzo Madama, come primo firmatario, dal vicepresidente del gruppo dei 5 Stelle Gianluca Perilli. Il significato del provvedimento è stato illustrato in conferenza stampa dal senatore insieme con il guardasigilli Alfonso Bonafede, con la ministra della Salute Giulia Grillo e il titolare dell’Ambiente Sergio Costa. Il testo – di cui è cofirmataria la senatrice Alessandra Maiorino - è stato calendarizzato in commissione Giustizia e – come ha dichiarato Perilli – “faremo di tutto per incardinarlo rapidamente a giugno”. “Nella scorsa legislatura - ha ricordato il senatore - il Movimento 5 Stelle con Vittorio Ferraresi aveva già depositato un testo per introdurre norme più stringenti per tutelare gli animali. Così, nel contratto di governo si è deciso di fare preciso riferimento ai reati in questione”.

Ma da dove nasce la necessità di queste modifiche alla normativa vigente? Lo chiarisce la relazione introduttiva al disegno di legge: servono norme più stringenti in quanto la tutela degli animali risulta inattuata “sia in ragione della esiguità delle pene previste per i reati in danno degli animali, sia dell’inesistenza di qualsivoglia forma di controllo da parte delle forze dell’ordine sul fenomeno”. Quasi mai è previsto il ricorso al regime detentivo, e poi c’è da rilevare la lentezza dei processi che hanno determinato la prescrizione dei reati. Come ha illustrato il senatore Perilli anche sul Blog del Movimento “i maltrattamenti di animali stanno diventando un vergognoso costume. Canili in condizioni pessime, uccelli con ali rotte usati come esche vive, gatti randagi avvelenati. Fino al cagnolino brutalmente seviziato con il fuoco in Sardegna appena prima di Pasqua, che per giorni ha dovuto lottare tra la vita e la morte”. Tuttavia, ha ribadito l’esponente pentastellato, “quasi sempre, chi commette queste atrocità resta impunito”. E allora come trasformerà il codice questa che è stata definita dei proponenti una vera e propria “rivoluzione concettuale”? Il primo aumento di pena riguarda chi uccide barbaramente un animale: si passa dal minimo edittale di 4 mesi e dal massimo di 2 anni ai nuovi termini di reclusione innalzati rispettivamente a uno e cinque anni, con multe da 5 mila a 50 mila euro. Mano più pesante anche per chi li abbandona: l’arresto, oggi fino a un anno, passa fino a 3 anni, con ammenda fino a 25 mila euro. Viene rimodulata l’aggravante del delitto di spettacoli o manifestazioni vietate prevedendo un aumento di pena della metà per chiunque organizzi, partecipi o finanzi manifestazioni che comportino sevizie o soprusi a danno degli animali in relazione all’esercizio di scommesse clandestine o al fine di trarne profitto ovvero nel caso in cui derivi la morte dell’animale.

“Un’altra barbarie – si legge sempre nel Blog - riguarda i bocconi avvelenati: oggi lasciarli in giro non costituisce reato. Con la nostra legge, chiunque semini esche o bocconi letali è punito con la reclusione da sei mesi a 4 anni e con ammende fino a 25mila euro. Arresto da 6 mesi a 3 anni, invece, in caso di distruzione di habitat. Diventa un delitto l’uccisione di specie protette, mentre è prevista un’aggravante in caso di furto di animale domestico”. Rilevante è la modifica al codice di procedura penale: ufficiali e agenti di polizia potranno arrestare chiunque sia colto in flagranza di reato per i delitti appena citati. Ampio capitolo quello dedicato alla caccia: saranno previsti inasprimenti di pene, senza la possibilità di ricorrere all’oblazione, vale a dire al pagamento di una somma prestabilita, per l’esercizio della caccia nei periodi di divieto generale. Tutto questo, ha spiegato il guardasigilli in conferenza stampa, nasce dalla volontà di voler “tutelare l’animale a prescindere dal sentimento che l’uomo ha per esso. Non deve essere visto più solo come bene strumentale agli occhi della legge, per soddisfare l’esigenza di affezione dell’uomo, bensì come un essere senziente che merita di essere tutelato a prescindere dall’uomo”. E ha concluso: “Stiamo parlando della tutela degli animali, ma anche delle persone: con l’introduzione del reato di abbandono di esche avvelenate si difendono anche i bambini. E se una persona fa violenza su un animale ci sono studi che dimostrano che arreca violenza anche alle persone”.

La ministra Grillo ha annunciato che a “a giugno verranno pubblicati on line i dati sul registro degli avvelenamenti di animali, come sistema di monitoraggio che sarà attivato con la collaborazione dei Comuni”. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, invece si è espresso “a favore dell’eliminazione degli animali dai circhi: mi sono impegnato a trovare una loro corretta collocazione. Dopo un certo numero di anni è pericoloso, per questi esemplari, tornare in natura. È attivo un monitoraggio sui siti più adatti e su come crearne di nuovi”.

Sul ddl la presidente dell’Ente nazionale Protezione animali Carla Rocchi nota che “il precedente governo scelse di collocare i reati in danno agli animali tra quelli di lieve entità. Si è trattato di un errore”, osserva la presidente dell’Enpa, “adesso mi auguro che con questo nuovo provvedimento siano ripristinate le vecchie pene: è fondamentale che quelle minime siano alzate. Ritengo, poi, essere un punto di vantaggio di questo ddl il fatto che il reato sia legato all’animale in sé e non alla persona che ne viene colpita. Dunque il mio giudizio sulla proposta appena presentata potrà considerarsi positivo se non rimarrà però lettera morta”.

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