Conto alla rovescia per radio radicale «Il governo la salvi»

di Valentina Stella Il Dubbio 26 febbraio 2019


La chiusura di Radio Radicale non deriva da una mancanza di soldi ma da una chiara volontà politica di silenziare quello che succede nelle Istituzioni: è quanto emerso da una conferenza convocata ieri presso l’Associazione Stampa Estera per salvare la radio fondata oltre 42 anni fa da Marco Pannella. «Dopo 3 giorni di Congresso italiano del Partito Radicale dedicato proprio alla salvezza di Radio Radicale – ha dichiarato Maurizio Turco, editore dell’emittente – e avendo constatato la censura dell’evento da parte della maggior parte della stampa italiana, siamo qui per far conoscere quello che sta succedendo». Ossia che il 21 maggio potrebbero spegnersi i microfoni della radio che, come ha ribadito il direttore Alessio Falconio, «porta le istituzioni a casa delle persone, senza alcuna intermediazione». Per l’amministratore Paolo Chiarelli, al momento «il futuro è incerto. In teoria ci potrebbe essere un ripensamento da parte del Governo, la vendita dell’emittente ad un soggetto commerciale, oppure fare un contratto con la Rai che ci paghi per far continuare il servizio che stiamo portando avanti adesso: non solo le dirette parlamentari, ma anche i processi, gli eventi del Csm, i congressi dei partiti, etc.».

Con la Radiotelevisione italiana si sono aperti dei fronti di dialogo, quella che manca invece è una interlocuzione col Governo; dopo l’incontro del 4 agosto con il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi, e il successivo di natura tecnica al Mise i rapporti con i vertici del Movimento 5 Stelle e della Lega si sono interrotti. «Abbiamo tentato più volte di parlare con loro – dice al Dubbio Falconio - ma non abbiamo mai ricevuto riscontro. Noi siamo qui con un atteggiamento propositivo». Gli fa eco Turco: «un ripensamento del Governo non rappresenterebbe un atto di debolezza, al contrario sarebbe un atto di forza di chi in questi mesi ha approfondito la questione e ha capito che il servizio che forniamo è di vitale importanza. Se così non fosse da domani il Parlamento non potrebbe più parlare ai cittadini». La conferma che non si tratta di una questione finanziaria, ma politica, Chiarelli la deduce dal fatto che «nella stessa legge di bilancio in cui hanno tagliato a noi i fondi, il Governo ha però dato 80 milioni in più alla Rai. Perché? Se ci pensiamo bene un anno di costi di Radio Radicale è pari ad un giorno di costi della Rai». Se le porte Palazzo Chigi restano al momento chiuse, quelle delle opposizioni tutte sono aperte a Radio Radicale: l’emendamento del forzista Renato Brunetta che chiedeva il rinnovo della convenzione è stato sottoscritto da tutte le opposizioni. E il direttore Falconio ha tenuto a ringraziare tutte le massime cariche dello Stato che si sono espresse pubblicamente a sostegno della radio: dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati al vice Presidente del CSM David Ermini, a Giorgio Lattanzi, Presidente della Corte Costituzionale. E ieri ha lanciato un appello anche al «Presidente della Repubblica e a tutto il Parlamento, per aiutarci ad aiutarli a dare loro voce». E non sono stati pochi gli esponenti politici intervenuti al Congresso del Partito Radicale nel week end appena concluso: dall’onorevole Giuseppe Basini della Lega a l’onorevole Renata Polverini di Forza Italiana, da Roberto Rampi, senatore del Partito Democratico, a Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto. Solidarietà a Radio radicale è giunta in questi giorni anche da Giuseppe Giulietti, Presidente della FNSI e da Marco di Fonzo, presidente della Stampa parlamentare. I giornalisti della Stampa estera presenti alla conferenza stampa di ieri si sono detti «molto preoccupati per la possibile chiusura della Radio e per l’ottusità da parte del Governo». Ieri pomeriggio è giunto anche il sostegno del Primo Presidente emerito della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, che, intervenendo a Palermo a un convegno sul gratuito patrocinio ha dichiarato: «Vorrei ringraziare Radio Radicale per il compito che svolge, che per la democrazia italiana si è rivelato molto prezioso. Una radio indipendente e trasparente. Lunga vita a Radio radicale». A lui ha fatto seguito anche il Presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin: «Mi associo all'appello del Presidente emerito della Corte di Cassazione Giovanni Canzio a sostegno di Radio Radicale».

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