Corte Costituzionale: permessi premio anche per mafiosi e terroristi. Perché questa sentenza è importante

di Valentina Stella Left 23 ottobre 2019

La mancata collaborazione degli ergastolani condannati per mafia con la giustizia non impedisce i permessi premio purché ci siano elementi che escludono collegamenti con la criminalità organizzata: lo ha stabilito la Corte Costituzionale oggi mercoledì 23 ottobre pronunciandosi sulla questione dell’ergastolo ostativo.

Si tratta di una sentenza importantissima perché i giudici costituzionali hanno dichiarato che l’articolo 4 bis, comma 1, dell’Ordinamento penitenziario non è conforme alla nostra Carta Costituzionale nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia, anche se sono stati acquisiti elementi tali da escludere sia l’attualità della partecipazione all’associazione criminale sia, più in generale, il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata. Si può non collaborare perché non si ha nulla da dire o per paura di ritorsioni nei confronti dei proprio familiari, ad esempio. La Corte chiarisce però che l’accesso ai benefici deve essere subordinato ad una piena prova di partecipazione da parte del condannato al percorso rieducativo, come previsto dall’articolo 27 della Costituzione stessa.

A sollevare il dubbio di legittimità costituzionale era stata prima la Cassazione e poi il tribunale di Perugia.

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