Mancano ancora 40 ore da “tradurre” dal casertano

di Valentina Stella Il Dubbio 2 marzo 2019

Il Tribunale collegiale di Belluno ha rinviato un processo per la mancanza di un adeguato interprete del dialetto casertano. Non è il sequel di “Benvenuti al Nord”, che ha fatto ridere tanti di noi grazie ai siparietti di Alessandro Siani e Claudio Bisio. Ma è la situazione tragica - e non comica che si è venuta a creare due giorni fa in aula, mentre si stava svolgendo un processo a carico di A. C., casertano di 37 anni residente a Belluno, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni in concorso con un episodio di violenza sessuale. A portarlo sul banco degli imputati infatti è stata la moglie dominicana.

L’uomo, gelosissimo della donna, l’avrebbe accusata di avere delle relazioni clandestine, e l’avrebbe minacciata di toglierle i bambini o di farla passare per pazza. Frequenti sarebbero stati gli approcci per un rapporto sessuale. Al momento è stato però impossibile tradurre le circa 40 ore di registrazioni audio in casertano stretto nelle quali si sente l’uomo parlare e litigare con la donna in casa, talvolta dopo averla presumibilmente picchiata e apostrofata con linguaggio scurrile, e che lei ha conservato.

In tre mesi di dibattimento il primo interprete nominato dal Tribunale ha rinunciato perché, essendo di Belluno, non riusciva bene a comprendere il dialetto; anche il secondo, un giovane finanziere, ha rifiutato per ragioni d’ufficio in quanto la trascrizione gli avrebbe sottratto troppo tempo al lavoro. Due giorni fa la soluzione: il compito di trascrivere la lunga registrazione, ricca di frasi idiomatiche e parolacce, è stato affidato ad un appuntato di Caserta da poco giunto al comando dei carabinieri di Belluno. L’uomo ha giurato davanti ai giudici e si è preso novanta giorni per portare al termine il lavoro.

«Credo che la stampa – racconta al Dubbio l’avvocato Cristiana Riccitiello, legale della donna – abbia un po’ gonfiato la questione della mancata traduzione». E precisa: «Circa altre 40 ore trascritte in fase di indagine sono state già acquisite nel fascicolo processuale. Ora restano queste e sinceramente avrei preferito che fossero state ascoltate invece che tradotte. Avrebbero avuto maggior effetto».

Anche per il legale di A. C., l’avvocato Massimiliano Paniz, «la stampa ha romanzato troppo la vicenda dell'interprete» ed entrando nel merito del processo dice: «Il mio assistito ha ammesso alcune responsabilità e si è scusato per come ha agito in un periodo difficile della sua vita, ossia la fine della relazione con la donna. Ha sempre pensato al benessere dei figli e respinge assolutamente l’accusa di violenza sessuale».

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