L’avvocato d’ufficio per la difesa degli ultimi

di Valentina Stella Il Dubbio 1 marzo 2019

Formare adeguatamente il difensore d’ufficio, elevarne la funzione per garantire la migliore difesa agli ultimi e ai meno abbienti: è questo il principale obiettivo del “Corso di formazione tecnica e deontologica dell’avvocato penalista” organizzato dalla Camera penale di Roma.

Giunto alla terza edizione, sotto la gestione del responsabile della Scuola territoriale, l’avvocato Pietro Pomanti, e della direzione degli avvocati Salvatore Sciullo e Armando Macrillò, il corso della durata biennale, se frequentato con esito positivo, consentirà l’iscrizione alle relative liste dei legali d’ufficio. Lo scopo, inoltre, è quello di rimarcare il ruolo della difesa tecnica nel procedimento penale e delle relative responsabilità che presuppongono studio, conoscenza e confronto da parte del difensore d’ufficio e in generale dell’avvocato penalista. Al miglior corsista verrà donata la “toga solidale” realizzata dalle detenute di Rebibbia.

L’avvocato Vincenzo Comi, vicepresidente della Camera penale di Roma, ci ha illustrato i dati relativi ad un lavoro di monitoraggio nelle udienze - elaborato dalla Commissione Difesa d’ufficio Paola Rebecchi - finalizzato a un’indagine statistica sul funzionamento della difesa d’ufficio e in particolare sul rispetto delle presenze in udienza; il periodo preso in esame è stato un trimestre del 2017. Dalla ricerca è emerso che nel 77% dei procedimenti sono intervenuti difensori nominati di fiducia, mentre nel 22% si attestava la presenza del difensore d’ufficio ( 1% dei dati non rilevabile). Il difensore di ufficio nominato è stato presente nel 71% dei casi a fronte del 28% di assenze ( nel 2007 Eurispes rilevò che le assenze erano pari al 48% dei casi).

Si evidenzia che tra i difensori assenti risultavano ingiustificati l’ 88% dei difensori d’ufficio ed il 78% di quelli di fiducia.

Al termine della prima lezione è stato poi trasmesso il docufilm “Avvocato!”, che documenta la storia di Fulvio Croce, presidente dell’ordine degli avvocati di Torino, assassinato dalle Brigate Rosse il 28 aprile 1977, dei cui esponenti assunse, quale Presidente del Consiglio dell’ordine, la difesa d’ufficio – unitamente ad altri consiglieri – nel primo processo celebrato dalla Corte d’assise di Torino nel 1976 contro le Brigate Rosse, dinanzi al rifiuto da parte degli imputati delle difesa tecnica.

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