A Trento la Costituzione è entrata in carcere


di Valentina Stella (Il Dubbio 27 maggio 2017)

Rispetto della Costituzione, diritto alla salute, libertà religiosa, principio di uguaglianza, libertà personale: questi gli argomenti al centro dei cicli di incontri che alcuni professori e ricercatori della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento hanno tenuto con i detenuti del carcere Spini di Gardolo di Trento, grazie ad una convenzione con l’associazione Apas ( Associazione Provinciale di Aiuto Sociale per i detenuti, gli ex- detenuti e le loro famiglie) della citta, con due principali obiettivi: instaurare un dialogo a più voci focalizzato su alcuni principi costituzionali che possono concretamente servire da strumenti di emancipa- zione e integrazione sia dentro che fuori la prigione; rendere più concreto lo scopo di rieducazione e responsabilizzazione che la pena dovrebbe avere in forza dell’art. 27 della Carta Costituzionale. «Un detenuto dopo la lezione, lasciato solo nei suoi pensieri, ha deciso di leggersela tutta la Costituzione - ci racconta Matilde Bellingeri, laureanda in legge e coordinatrice del progetto insieme ad Aaron Giazzon per Apas - non ricordava quando fosse stata l’ultima volta in cui lo avesse fatto. E così, leggendo, si è messo a contare. Ha contato quante volte nella Costituzione sono richiamate le parole diritti ( 48), doveri ( 8), limiti ( 24), libertà ( 21). Senza “conta carattere”, senza “selezione automatica”, solo con una matita e un foglietto su cui prendere appunti, dettato dalla voglia di condividere una nuova riflessione con la sua classe. Essere speranza piuttosto che avere speranza» . Il 29 maggio, a conclusione delle lezioni iniziate lo scorso 6 marzo, si terrà, presso la Sala Fondazione Caritro di Trento, l’evento di restituzione del progetto, in collaborazione con l’ordine de- gli avvocati di Trento, dal titolo ' La Costituzione entra in carcere'; parteciperanno il direttore della casa circondariale Valerio Pappalardo, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Giuseppe Nesi, il direttore di Apas Fabio Tognotti, l’onorevole Franco Corleone, coordinatore dei Garanti regionali per i diritti dei detenuti. Parteciperanno anche il professore Carlo Casonato, docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Trento e responsabile del progetto per la Facoltà, che traccia un bilancio di questi primi mesi di incontri: «Abbiamo imparato molto, anzitutto, noi docenti. Le immagini con cui i detenuti hanno descritto la Costituzione, ad esempio, sono quelle di una palude, di una promessa tradita, della Salerno- Reggio Calabria. Ma poi qualcuno ha anche parlato della rete del trapezista, che ti salva quando sbagli. Sono immagini concrete, prodotte da un vissuto molto distante da quello degli studenti universitari. Le domande che si fanno in carcere, però, sono le stesse che si fanno fuori: quando si arriverà ad una piena applicazione dei principi costituzionali? Il significato del corso è proprio quello di rendere concreta la finalità rieducativa della pena». L’avvocato Andrea de Bertolini, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trento, che concluderà l’incontro di lunedì dice: «È un’iniziativa culturale importante, espressione delle virtuose sinergie che il territorio palesa. Associazionismo sociale, Accademia come fulcro scientifico, Istituzione forense nella tipica funzione sociale, unite in comuni denominatori: tutela dei diritti e integrazione. Perché la “società dei giusti” non identifichi il carcere unicamente in luogo di repressione e di oblio rimuovendone l’esistenza per la quiete delle coscienze collettive. Perché, per i condannati, il carcere non sia un luogo in cui “si resta passando” marchiati dallo stigma sociale indelebile dell’ex detenuto».

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue