Stamina: contro la stregoneria medica un appello alla trasparenza


Stem-cell fiasco must be stopped’: questo il titolo dell’ennesimo articolo della rivista scientifica Nature sull’affaire Stamina. Parole che rappresentano un imperativo impraticabile in Italia, dove una politica, assolutamente digiuna di scienza, ha permesso che un metodo sconosciuto e non documentato, privo di brevetto, sui cui pesano inchieste giudiziarie e accuse di truffa scientifica abbia potuto accedere al Sistema Sanitario Nazionale. Nella patria di Galilei, infusioni a base di cellule staminali mesenchimali, che non hanno superato il vaglio delle tre fasi della sperimentazione clinica, previste dai protocolli nazionali ed internazionali, secondo gli ideatori del metodo, Vannoni e Andolina, possono trasformarsi in neuroni e guarire centinaia di patologie.

Nessun miracolo, però. Nessuna delle persone sottoposte alle infusioni è migliorata, anzi c’è il rischio che abbia contratto il morbo della mucca pazza o l’HIV. Si è dovuta scomodare la comunità scientifica internazionale, tra cui il premio Nobel Yamanaka, insieme a quella italiana, per bocciare questa metodica. Nonostante questo Stamina non è stata ancora bandita dal Bel Paese e qualche giudice del lavoro – altro paradosso tutto italiano – continua ad emanare ordinanze per la somministrazione delle infusioni. La Stamina Foundation, per di più, tiene nascosta la metodica.

E allora l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, da tanti anni impegnata nel rispetto del metodo scientifico e nella tutela dei malati e di cure certe e provate, ha lanciato un appello a cui hanno risposto migliaia di italiani e stranieri per l’immediata pubblicazione del metodo Stamina “così che gli scienziati di tutto il mondo possano giudicare e i malati conoscere la verità. Solo in questo modo potrà avere fine l'abuso immorale di tragiche sofferenze umane sotto forma di atti eversivi per ricattare le Istituzioni e gli spettacoli televisivi che sfruttano solo il dolore dei malati per guadagnare audience”.

(Pubblicato nella newsletter del Partito radicale)
(Versione inglese)

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