La lavanda dei piedi di Francesco ai detenuti di Regina Coeli

di Valentina Stella Il Dubbio 30 marzo 2018

Papa Francesco e Partito Radicale di nuovo sullo stesso cammino accanto ai detenuti: ieri mentre il pontefice era nel carcere romano di Regina Coeli per la lavanda dei piedi ai reclusi, fuori una folta delegazione di radicali, capeggiata da Rita Bernardini, lo accoglieva mostrando due striscioni con su scritto ‘Viva Papa Francesco’ e ‘Amnistia’ e  annunciando il programma di visite che terrà in diversi istituti di pena da domenica di Pasqua per una settimana. Oltre le mura dell’antico e storico carcere Papa Francesco intanto presiedeva la messa in Coena Domini di Giovedì Santo nella rotonda del carcere, dove ogni domenica alle 9 si allestisce l’altare per celebrare la messa, ed è luogo simbolico dove convergono tutte le sezioni del carcere: sono stati dodici i detenuti di diversa nazionalità ma anche di diversa religione – tra loro c’erano cattolici, protestanti, ortodossi, buddisti e musulmani-  che hanno ricevuto la lavanda dei piedi dal pontefice: quattro italiani, due filippini, due marocchini, un moldavo, un colombiano, un nigeriano e uno della Sierra Leone. “Chi comanda deve saper servire, il vostro capo deve essere il vostro servitore",  ha detto il Papa durante la sua omelia, spiegando il senso della lavanda dei piedi, e ha continuato soffermandosi sul fatto che “ c’è gente che soffre, che è scartata dalla società, almeno per un tempo, e Gesù va a lì a dirgli 'tu sei importante per me'. Gesù viene a servirci, e ha voluto scegliere dodici di voi per lavare i piedi”. "Io sono peccatore come voi – ha aggiunto papa Francesco rivolgendosi ai detenuti -  ma oggi rappresento Gesù, sono ambasciatore di Gesù. Quando mi inchinerò davanti ad ognuno di voi pensate: Gesù ha rischiato in questo uomo, un peccatore, per venire da me e dirmi che mi ama. Dio non ci abbandona mai, non si stanca mai di perdonarci”. E senza saperlo – richiamando quella ‘stereofonia’ tra radicali e cattolici sul tema delle carceri di cui scriveva il direttore di Avvenire Marco Tarquinio un anno e mezzo fa – Rita Bernardini parlava fuori anch’ella di perdono: “proprio in queste occasioni convergono i valori cristiani del perdono e della misericordia con quelli della nostra Costituzione a favore di una pena umana e rieducativa. La nostra iniziativa si pone in continuità con la Marcia per l'Amnistia che il Partito Radicale organizzò nel novembre 2016 nel giorno del giubileo del carcerato, marcia che si svolse proprio a partire da questo istituto di pena fino a Piazza San Pietro per ringraziare Papa Francesco e il leader Marco Pannella per il loro impegno a favore della comunità penitenziaria e di una pena riabilitativa”. Essendo  Regina Coeli un carcere di prima accoglienza – riferisce l’agenzia di stampa SIR -  il 60/65% della popolazione è costituito da giovani tra i 18 e i 35 anni, appartenenti a 60 diverse nazionalità. Oltre 600 sono stati i partecipanti all'incontro, tra reclusi e personale carcerario. Prima della celebrazione Papa Francesco si è recato nell'infermeria e dopo nella sezione ottava, che ospita le persone che hanno commesso reati particolari, quali quelli di natura sessuale, e che quindi hanno bisogno di protezione da particolari aggressioni. Papa Francesco è stato il quarto Papa in visita a Regina Coeli, l’ultimo è stato Giovanni Paolo nel 2000, anno del Grande Giubileo. Non è la prima volta che Papa Francesco decide di trascorrere il Giovedì Santo con i carcerati: appena eletto andò nel carcere minorile di Casal del Marmo, tre anni fa a  Rebibbia, l’anno scorso nella casa di reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone. Per il Partito Radicale, invece, accade più spesso di trascorrere le festività – come il Natale e il Capodanno - con la comunità penitenziaria. Domenica una delegazione di radicali, guidata sempre dalla Bernardini, membro della presidenza del Partito Radicale, sarà nel nuovo complesso del carcere romano di Rebibbia. Lunedì di pasquetta la tappa sarà Teramo, con una delegazione composta anche da Laura Longo, già presidente del Tribunale di sorveglianza de L'Aquila, Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi, e Germano D'Aurelio, in arte 'Nduccio. “Per me ha un significato particolare recarmi al carcere di Castrogno a Teramo in occasione delle festività pasquali – dice Rita Bernardini -  avendolo fatto in più di una occasione insieme a Marco Pannella. Nell'annunciare questa visita, però, non posso fare a meno di sottolineare che nonostante promesse e réclame il Consiglio regionale non ha ancora nominato il Garante dei detenuti”. Qualche giorno di pausa e poi la piccola carovana radicale sarà in Toscana: sabato visiteranno il carcere fiorentino di Sollicciano, domenica quello di Pisa, e lunedì quello di San Gimignano. E sul tema ancora caldo della riforma dell’ordinamento penitenziario Rita Bernardini che, con il sostegno di decine di migliaia di detenuti, dei compagni del Partito Radicale, dell'Unione delle Camere Penali e delle più importanti associazioni del volontariato, ha condotto una lunga e intensa iniziativa nonviolenta per l'approvazione dei decreti attuativi, conclude: “stiamo continuando a monitorare la situazione. Nei prossimi giorni dovremmo saperne di più, per ora consideriamo una vittoria di per sé”  la decisione di due giorni fa della Conferenza dei capigruppo del Senato di istituire una commissione speciale che dovrà esaminare i decreti legislativi pendenti, come ad esempio quello sull'ordinamento penitenziario.

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