Chiede 66 milioni di risarcimento per 22 anni in carcere da innocente
di Valentina Stella Il Dubbio 29 gennaio 2020
Giuseppe Gulotta, che ha trascorso da innocente 22 anni in carcere,
ha chiesto un risarcimento di 66 milioni di euro. Aveva 18 anni quando
nel 1976 è stato accusato di aver ucciso due carabinieri che dormivano
nella caserma di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. Fu arrestato e
costretto sotto tortura a confessare il reato. Al processo di primo
grado è stato assolto per insufficienza di prove, ma dopo vari gradi di
giudizio è stato definitivamente condannato all’ergastolo nel 1990.
Gulotta ha ottenuto la revisione del processo grazie alla confessione
dell’ex brigadiere Olino: l’assoluzione arriva nel 2012, dopo 36 anni dall’inizio di tutto.
Nel 2016 Gulotta ha ottenuto un primo risarcimento di 6,5 milioni di
euro per danno derivante da ingiusta detenzione. Nella nuova richiesta,
pari precisamente a 66.247.839,20 euro calcolati in base alle Tabelle
del danno del Tribunale di Milano, vengono invece conteggiati tutti i
danni esclusi dal precedente risarcimento e che sono imputabili ai
carabinieri che, come ci spiega l’avvocato Baldassare Lauria, «hanno
commesso fatti illeciti producendo prove false, sulle quali si è basato
il giudice che è caduto in errore. Mi riferisco alle torture subite, ai
maltrattamenti, al verbale di arresto falso. Per questo abbiamo
presentato una azione di responsabilità civile verso i carabinieri
ancora in vita e soprattutto verso l’Arma dei Carabinieri in quanto
ente di appartenenza». L’esposto è stato presentato a Firenze dove
risiede Gulotta. Il Tribunale di Firenze ha già respinto l’eccezione di
incompetenza che le parti convenute avevano sollevato.
Oltre ai carabinieri «un secondo pilastro dell’azione
di responsabilità civile – continua Lauria - riguarda la presidenza
del Consiglio a causa dell’omessa protezione del cittadino per la
mancata codificazione nel corso degli anni del reato di tortura».
Le prossime tappe le illustra l’altro
legale di Gulotta, Pardo Cellini: «Ora dobbiamo riprodurre in sede
civile tutta l’attività istruttoria svoltasi in sede penale: prove
documentali e testimonianze. I tempi saranno lunghi. La difficoltà è
quella di dare un valore al danno biologico da
trauma psicologico subito da Gulotta. Il nostro passo successivo sarà
quello di invitare il sistema giudiziario a valutare il danno da
errore giudiziario come qualificazione di un danno complessivo sotto
tutti i profili: esistenziale, morale, biologico, patrimoniale».
Sul tema oggi nella sede del Partito Radicale a Roma si terrà alle 12
un dibattito per presentare la proposta di legge per indire la giornata
nazionale delle vittime degli errori giudiziari per il 17 giugno,
anniversario dell’arresto di Enzo Tortora. Sarà presente anche
Giuseppe Gulotta insieme ad altre vittime di ingiuste detenzione.
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