L’attrazione fatale mette nei guai un pm di Firenze

di Valentina Stella Il Dubbio 31 maggio 2018

Sarà una attrazione fatale a mettere nei guai un magistrato che non sarebbe stato in grado di scindere amore e ruolo professionale? È stato, infatti, rinviato a giudizio con l’accusa di abuso in atti di ufficio il pm di Firenze, Vincenzo Ferrigno, che aveva chiesto gli arresti domiciliari per l’ex marito della sua presunta nuova compagna. Prosciolto invece per l’accusa di falso. Lo ha deciso ieri il gip Franca Borzone del Tribunale di Genova – competente per le indagini sui magistrati toscani – su richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e della sostituta procuratrice Cristina Camaiori. Il processo avrà inizio il 18 settembre.

La vicenda ha inizio nel 2015 quando una dottoressa denuncia il marito, anch’egli medico, per averla minacciata di morte dopo una violenta lite e per una serie di maltrattamenti. Il fascicolo viene assegnato proprio a Ferrigno che all’inizio, non ritenendo vi fossero elementi concreti per sostenere l’accusa, chiede per ben due volte l’archiviazione del procedimento. L’ultima richiesta viene però respinta dal gip che dispone nuove accertamenti. Nel momento in cui la donna viene convocata dalla procura fiorentina per essere ascoltata sui fatti fa la conoscenza di Ferrigno. È lì che scocca la scintilla tra i due? Secondo l’ex marito sì perché da allora, secondo l’uomo, il pm e la signora avrebbero iniziato una relazione clandestina.

Ferrigno decide quindi di abbandonare il procedimento per incompatibilità?

No, anzi chiede addirittura gli arresti domiciliari per l’uomo ( il gip respinge la richiesta e opta per un divieto di avvicinamento).

La relazione pericolosa tra il pm e la donna è stata documentata grazie ad un investigatore privato assunto dall’ex marito che ha raccolto materiale scottante: l’ex moglie, infatti, si sarebbe recata, usando molte precauzioni, a casa del pm e vi avrebbe trascorso intere notti.

A seguito di questi accertamenti, dunque, gli avvocati Francesco Ceccherini e Massimiliano Manzo hanno deciso di presentare l’esposto contro il pm. Non entriamo nel merito delle accuse di maltrattamenti della donna mosse al marito su cui c’è un procedimento penale in corso. Quello su cui c’è da dubitare è il metodo con cui avrebbe operato Ferrigno: abbiamo provato a contattare i suoi avvocati Sigfrido Fenyes del foro di Firenze e Andrea Vernazza del foro di Genova ma nel pomeriggio di ieri erano indisponibili. Abbiamo raggiunto invece uno dei due legali del medico, l’avvocato Manzo, che ci ha detto che il suo assistito “è molto soddisfatto per questo rinvio a giudizio e che è giusto che certi casi che hanno i contorni di una storia kafkiana vengano fuori per tutelare tutti i magistrati che svolgono seriamente il loro lavoro”.

Proprio qualche mese fa dalle pagine del Dubbio avevamo ragionato sul tema ancora dibattuto della incompatibilità di sede dei magistrati per i loro rapporti di parentela o affinità: prevista fino al 2006 solo per i parenti e non per i coniugi, paradosso corretto dalla legge che però il Csm ha riletto con una interpretazione più permissiva

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